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KLIMT A FIRENZE

DENTRO LE OPERE DORATE DI KLIMT: UN’IMMERSIONE SENSORIALE TOTALE

Restano pochi giorni per visitare “Klimt Experience”, la mostra ospitata a Santo Stefano al Ponte, a Firenze. Inaugurata il 26 novembre scorso e in scena fino al 1 maggio 2017, l’esposizione multimediale permette ai visitatori non solo di ammirare le opere di Gustav Klimt, ma soprattutto di essere avvolti da esse. Non è la prima volta che la chiesa fiorentina ospita mostre dal forte valore interattivo e multimediale. È già successo, infatti, nel 2015 con “Van Gogh Alive” e nell’anno successivo con “Da Vinci Alive”.

A pochi passi da Piazza della Signoria e da Ponte Vecchio, nel cuore storico di Firenze, Santo Stefano al Ponte è una chiesa del 1100 oggi sconsacrata, che dal 2015 è stata infatti riaperta al pubblico come luogo multifunzionale e spazio espositivo multimediale. La chiesa, che mantiene la parte inferiore della facciata in stile romanico risalente al 1233, ha all’interno un’unica navata che da un paio d’anni ospita eventi e mostre del tutto particolari.

E “Klimt Experience” ne è un chiaro esempio: una mostra multimediale che celebra i capolavori del genio austriaco, curata da Sergio Risaliti e prodotta da Crossmedia Group. Un progetto che si inserisce all’interno del sempre più ampio programma di esposizioni fiorentine dedicate all’arte contemporanea: un segnale di apertura verso prospettive differenti rispetto al classico conservatorismo culturale tipico della città culla del Rinascimento.

Gustav Klimt, nato nel 1862, è una delle figure centrali della Vienna di “Fin du Siècle”, una delle capitali europee più raffinate e colte, caratterizzata, in quegli anni, da rapidi cambiamenti, anche urbanistici, come la crescente costruzione di sontuosi edifici sulla Ringstraße.

Dopo aver frequentato l’Istituto Superiore di Arte applicata, Gustav si trova circondato da una schiera di artisti con i quali inizia a collaborare alla realizzazione di palazzi, ville, teatri e musei a Vienna e in tutti i territori della monarchia asburgica. Vienna vive in quel periodo, infatti, un fermento culturale molto profondo, testimoniato dalle scoperte in ambito psicologico di Sigmund Freud e dalla ricerca di nuovi percorsi espressivi nel campo dell’arte. Da questo punto di vista, il 1897 rappresenta una data molto importante in quanto viene fondata la Secessione viennese, un movimento culturale che proponeva un rinnovamento in ambito artistico e che vedeva coinvolti non solo pittori ma anche architetti. Fondatore della Secessione, influenzato dal Simbolismo e dalle sfumature tipiche del Decadentismo di quegli anni, Klimt si configura come un pittore per certi tratti misterioso, che aspira a creare un proprio linguaggio artistico che gli consente di rappresentare i luoghi dell’anima caratterizzati allo stesso tempo da visioni oniriche piene di speranza e da sentimenti oscuri e malinconici.

Se nei suoi primi lavori è riscontrabile una precisione di disegno e di esecuzione assolutamente straordinarie, il nuovo secolo, invece, porta con sé una svolta, testimoniata dall’opera «Giuditta (I)» del 1901: da qui in avanti il suo stile si caratterizza, infatti, per i tratti bidimensionali e per le campiture vivacemente decorate. Affascinato e influenzato fortemente dai mosaici bizantini di Ravenna, dove vi giunge nel 1903, Klimt fa dell’oro, già presente in alcune opere precedenti, il suo tratto specifico, facendo acquisire al materiale una valenza espressiva maggiore, al punto da divenire la trama coloristica principale dei suoi quadri. Questo periodo, denominato appunto aureo, si concluse nel 1909 con il quadro «Giuditta (II)» e fu seguito da un ulteriore cambiamento di stile dove l’oro e le eleganti linee liberty vengono sostituiti da colori accesi e vivaci. La sua attività si interruppe improvvisamente con la sua morte avvenuta nel 1918, anno che segnò anche il definitivo e inesorabile declino della monarchia asburgica, che l’aveva visto crescere.

L’aspetto più interessante ed esperienziale della mostra allestita a Firenze è senza dubbio la possibilità di immergersi nei capolavori dell’artista austriaco: proprio da quelli più celebri prodotti nel periodo aureo il visitatore può esserne avvolto completamente.

Il Bacio, la Giuditta e l’Albero della vita sono infatti parte dell’immaginario collettivo, protagonisti di riproduzioni e copie su ogni tipo di supporto, che proprio per la loro facile riconoscibilità ed eleganza si prestano molto bene ad una reinterpretazione multimediale.

Il Bacio 1907-1908

Pittore della borghesia austriaca in ascesa, Klimt ritrae soprattutto figure femminili, spesso cercando di celarne i turbamenti e i drammi interiori della psiche umana, da poco analizzati nel profondo. I suoi quadri si fanno poesia di un’eleganza straordinaria e allo stesso tempo enigmatica, dove la bellezza emerge anche dai più piccoli dettagli. Proprio questa sensazione estetica è amplificata esponenzialmente dall’impatto visivo che gli undici megaschermi, allestiti nello spazio espositivo, forniscono al visitatore: oltre 700 immagini ad altissima definizione, per un totale di quaranta milioni di pixel, vengono riprodotte dal sistema Matrix X-Dimension, progettato in esclusiva per questa installazione, e trasmesse dai 30 proiettori laser. L’impianto architettonico interno della chiesa sconsacrata non solo ospita questo tripudio di colori e figure, ma si fa vivo attraverso il movimento delle opere riprodotte e grazie alla colonna sonora d’effetto che ne rende ancora più dinamico il flusso.

Il percorso espositivo, che inizia con un approfondimento del contesto storico-culturale in cui è vissuto l’artista viennese, è accompagnato da informazioni relative all’allestimento e all’idea di una mostra multimediale dedicata a Klimt. Oltre ai supporti didattici fisici nella zona introduttiva, vengono poi proposte delle esperienze di approfondimento attraverso tavoli interattivi touch screen e la Klimt VR Experience che, grazie agli Oculus Samsung Gear VR sviluppata da Orwell, tecnologia avanzata di realtà virtuale, consente di entrare, nel vero senso della parola, all’interno delle opere percependone tridimensionalmente ogni dettaglio. Un’esperienza immersiva a 360° che offre al visitatore la possibilità di compiere un viaggio virtuale arricchito dalla percezione di dettagli cromatici e figurativi dal forte impatto visivo. Quello proiettato sui megaschermi è un mondo costituito di capolavori che prendono vita in modo dinamico e leggero, dove i colori, le forme e le linee si fanno un tutt’uno con l’atmosfera simbolica e sensuale radicata nell’anima di Kilmt.

Entrando virtualmente nelle opere lo spettatore ha, dunque, la possibilità di osservare da un punto di vista differente i capolavori dell’enigmatico artista viennese, di scoprirne ogni dettaglio, di percepirne ogni sfumatura. Sta a lui, infatti, scegliere se fruire dello spettacolo seduto, quasi fosse al cinema, oppure disteso sul pavimento della chiesa sconsacrata, in un’atmosfera buia illuminata semplicemente dai colori accesi delle opere che fluttuano quasi come stelle su un cielo luminoso.

È, pertanto, l’utilizzo della multimedialità nel campo dell’arte e la conseguente fruizione contemporanea delle opere da parte del pubblico, la tematica principale che attraversa interamente la mostra. Uno spunto di riflessione complesso, che si porta dietro numerosi interrogativi e contrastanti opinioni. Fino a che punto, infatti, la tecnologia e la multimedialità possono sostituire la fruizione autentica dell’opera originale? Di grande impatto esperienziale all’interno di ambienti spesso molto suggestivi, la visione di opere riprodotte attraverso tecniche e supporti multimediali si fa emozionale, provocando stupore e avvolgendo lo spettatore, ma non sembra avere lo stesso effetto prodotto dalla visione dell’opera originale.

 “Klimt Experience” rappresenta sì una mostra totale che mette al centro la vita, le figure e i paesaggi dell’artista austriaco, ma si fa spettacolo attraverso le immagini multimediali, divenendo mezzo virtuale per compiere un viaggio altro, complementare alla fruizione delle opere “dal vivo” e per questo non in grado di sostituirla.

Per maggiori informazioni:

Klimt Experience

26.11.2016 – 1.05.2017

Santo Stefano al Ponte

Piazza di Santo Stefano, 5 – 50122 | Firenze

www.santostefanoalponte.it

L’articolo è pubblicato anche sul sito di informazione artistica e culturale ArtsLife

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GIULIA FEDRIGO

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